DIARIO DI UNA VECCHIA CHECCA

di Nino Spirlì

Minerva Edizioni

Giovedì 27 Settembre 2012 – ore 18.00

WHITE

Via degli Avignonesi, 73

Roma

Diario di una vecchia checca di Nino Spirlì

Diario di una vecchia checca di Nino Spirlì

“E arriva un giorno in cui decidi che quella vita che hai vissuto senza progettarla, ma, anzi, ingoiandola e rendendola senza truccarla mai, deve essere conosciuta. La tua vita. Nella quale gli altri sono stati accolti, ospitati e onorati. Sempre. Anche quando hanno invaso, armati di se stessi e della propria natura, pensando di lasciare al loro passaggio solitudine e disperazione”.

Presenta così il suo libro-scandalo, il suo libro-verità dal titolo “Diario di una Vecchia Checca”, lo scrittore e autore televisivo Nino Spirlì edito da Minerva Edizioni.. L’incontro si terrà Giovedì 27 Settembre 2012 alle ore 18.00presso i candidi eleganti spazi del WHITE di Via degli Avignonesi 73 a Roma.

“Sono Vivo” afferma l’autore – “E racconto i ricordi, attraverso la curiosità dell’ultimo amante amato. Dai primi incerti traghettamenti sessual-sentimentali di gioventù, alle briglie sciolte della maturità. Alla sfrontata ingenua autoironia di oggi”.

Nino Spirlì

Nino Spirlì

Un racconto spietato di un uomo romanticamente spietato. Una fotografia a luce naturale di trent’anni di vita realmente vissuta dall’autore senza pregiudizio, fra falli, famiglia, preghiere, lavoro, televisione, teatro e tanto sentimento. Un diario da leggere tutto di un fiato, come del resto è stata vissuta la vita di Nino Spirlì che si ribella alla diceria che le “checche siano perfide”.

“Ne abbiamo passate di cose tristi, noi vecchie checche” – scrive Spirlì – “Ne abbiamo ricevute di coltellate, noi vecchie checche. Ne abbiamo versate di lacrime, noi vecchie checche. Ne abbiamo subiti di torti, noi vecchie checche. E se oggi indossiamo camicie dai colori sgargianti, ci pavesiamo di collane, bracciali ed anelli, sfoggiamo sciallesse e stole improponibili, ci zavorriamo con tonnellate di ori ed argenti, è solo perché sappiamo ridere di noi stesse, noi Le Vecchie Checche. Perché abbiamo imparato l’autoironia, dopo l’ironia, e prima della perfidia… … Le Vecchie Checche sanno! Come il Profeta Isaia, l’Evangelista Marco, San Giovanni dell’Apocalisse, Copernico, Nostradamus e la Madonna di Fatima! Sanno, perché sanno vedere. Senza guardare.

Non ne hanno bisogno. Sentono con gli strati più sottili, quelli nascosti agli sciocchi. Vedono col mistero. Anche quello della fede. Non hanno bisogno di tonache consacrate o di master universitari. Vedono col cuore dell’anima. Coscienti di esserlo, un’Anima. E combattono, dal primo all’ultimo giorno della loro esistenza. Contro la bugia, l’ipocrisia, la menzogna, contro il tradimento; perché non sanno mentire, non sanno fingere, non sanno tradire…

Sono solo cattive per destino. E vivono la loro e della loro cattiveria. Tanto cattiva da diventare una buona cattiveria e quindi, filosoficamente, la bontà.”

Ufficio Stampa

Emilio Sturla Furnò

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