Il duo di stilisti ospite della città fiorentina per una kermesse di tre giorni dove hanno presentato le loro linee di Alta Moda Donna, Alta Sartoria Uomo e Alta Gioielleria in suggestivi luoghi simbolo.

Dolce & Gabbana

Dolce & Gabbana

Nasce a Firenze il 12 febbraio 1951 l’Alta Moda Italiana, in quel Palazzo Torrigiani dimora di Giovanni Battista Giorgini che ha l’idea di raccogliere le più importanti sartorie italiane in un’unica presentazione e dare così il via alle sfilate del Made in Italy, traferitesi poi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti: la guerra è finita da poco, l’Italia è ancora piegata e a pezzi, ma la voglia di ricominciare c’è e il Conte Giorgini fa leva su quella per trasformare le produzioni artigianali sartoriali dell’epoca in qualcosa di cui avrebbe parlato e beneficiato il mondo intero negli anni a venire.

Dolce & Gabbana

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Sono proprio lui e quel periodo irripetibile ad ispirare Dolce & Gabbana, ospiti del capoluogo fiorentino, per la presentazione finale della loro linea Alta Moda donna dopo una kermesse di tre giorni che li ha visti protagonisti in luoghi simbolo della città per presentare anche le loro linee di Alta Gioielleria e Alta Sartoria Uomo, dedicate al Rinascimento e alla corte di Lorenzo Dei Medici, una vera e propria rinascita per la coppia di stilisti, già presenti in passato in altre città d’Italia come Palermo, Napoli e Milano per far conoscere in location suggestive il loro prodotto migliore.

“Grazie alla nostra creatività e al bagaglio tecnico della moda pronta siamo riusciti a creare un nuovo sistema: la nostra Alta Moda è diversa da quella francese, non nasce dagli atelier ovattati ma dalle botteghe gestite da generazioni dalla stessa famiglia, siano esse sartorie o ricamifici, e ci siamo sbizzarriti usando i materiali grezzi che si usavano nelle prime collezioni degli anni ’50 come il doppio crèpe, la lana grezza, il cachemere, il principe di galles, tessuti robusti e corposi che abbiamo usato per scolpire la silhouette, strizzare la vita ed enfatizzare fianchi e spalle come si usava allora ricreando l’allure delle dive hollywoodiane che arrivavano a Roma agli albori di Cinecittà per rifarsi il guardaroba. Sono tutti elementi anche nostri, delle nostre prime collezioni dedicate a Rossellini e al neorealismo, ma qui assumono un significato maggiore” – riflettono i due stilisti poche ore prima della passerella, anzi della vertiginosa scalinata in pietra del giardino di Villa Bardini che li ospita per questa importante presentazione, con un panorama mozzafiato della città a fare da sfondo.

Dolce & Gabbana

Dolce & Gabbana

Già dalle prime uscite si nota l’alto livello sartoriale e le nuove tecniche usate per realizzare cappe e soprabiti su cui sono riprodotti i diversi panorami di Firenze, composti da qualcosa come 1500/2000 pezzi di tessuto assemblati insieme con una tecnica simile alla scagliola di Bianco Bianchi; le piume di Mazzanti esplodono su cappelloni e bustini mentre Brandimarte si è occupato di placcare con foglia d’oro il pizzo macramè. Ma la vera protagonista è la sartorialità italiana, come tengono a precisare Domenico Dolce e Stefano Gabbana, orgogliosi di affermare che questa collezione è stata interamente realizzata nel loro atelier milanese, dove tempo fa avevano iniziato una scuola di sartoria e di ricamo a mano per formare una nuova generazione di maestri d’arte, ma per colpa della quarantena è stato tutto bloccato e quindi si sono trovati ad usare i lavori di questi ragazzi per completare molti dei capi presentati, ben 89 uscite che replicano il glamour delle divine anni 50, come già anticipato dagli stilisti: tubini drappeggiati ben modellati sul corpo, enormi gonne a ruota voluminose ma leggere, le gambe quasi mai scoperte ma il decolletè sempre in evidenza: quasi tutte le modelle portano cappelli o fascinator decorati da fiori.

Fiori, fiori e ancora fiori a profusione, in omaggio ai giardini della Villa che li ospita: a sbalzo, ricamati, assemblati, applicati, sfumati, realizzati insomma in una settantina di tecniche diverse con i materiali più svariati su i tessuti più preziosi o quelli più grezzi, con un risultato di eccezionale modernità che ben definisce il nuovo percorso di “bello e ben fatto” che la coppia di stilisti ha deciso di intraprendere realizzando con i loro pezzi unici quel sogno che ha da sempre caratterizzato l’Alta Moda Italiana.

Di Armando Terribili

Storico di Costume e Moda

 

 

 

 

 

 

Posted by Woman & Bride